lunedì 17 gennaio 2011

UNA SCONFITTA, MILLE INTERPRETAZIONI, TANTI PERCHÉ

Un risveglio amaro, bruciante, quello che i tifosi biancocelesti hanno vissuto all’indomani della trasferta di Pagliarelle. Perché se è vero che la squadra perde tre punti preziosi nella rincorsa alla capolista, è anche vero che questa partita è soggetta a numerose interpretazioni che, qualificati e non, sono pronti a sviscerare.
La squadra non ha giocato bene, non si è espressa ai suoi livelli e per la prima volta in trasferta non è mai stata padrona del campo, nonostante De Giacomo non sia mai stato impegnato (se non per raccogliere due volte la palla in fondo al sacco) e 3-4 nitide occasioni da gol create anche se in maniera più o meno fortunosa. Le dimensioni ristrette del campo non sono servite ad agevolare i centrocampisti del Casabona nel  serrare i ranghi quando, nel momento di maggior pressione del Petilia Calcio, la squadra è più volte apparsa in balia delle onde. Come una balena stanca, spossata, che perde l’orientamento, con prestazioni singole e collettive davvero sottotono, spiaggiandosi senza resistenze.
L’immagine delle mareggiate, delle onde, del vento, è metaforica, ma fino ad un certo punto. C’è stato davvero un gran vento a Pagliarelle, e nonostante fossimo in montagna, si respirava (come a Crotone con l'Altilia) quel vento contrario che subiscono le navi, o le balene, in mare aperto. Arriva direttamente dalla sezione di Locri, e come un vento che non ti aspetti (poi mica tanto) si abbatte su una partita investendola con  orrori e decisioni incomprensibili a qualsiasi mente umana dotata di ragione. Passi il gol dell’1-0, palesemente in fuorigioco, seppur per compensare una precedente scelta discutibile ai danni del Petilia, certo irragionevole appare il mancato intervento dell’arbitro nello stop di mano che porta al raddoppio della squadra di casa.  Di sicuro  però nel calcio, così come i calciatori, anche gli arbitri possono sbagliare. Non tutto però è interpretabile, e tra questi lo scorrere del tempo. Si possono avere sensazioni circa la durata visto che ad incidere possono essere gli aspetti emotivi, ma è già da qualche secolo che John Harrison costruì dei veri e propri cronometri, per altro particolarmente accurati e precisi. Fermare una partita prima che sia scoccato almeno il minuto 45, non solo è un errore, ma lo è anche in malafede, soprattutto se nel corso del secondo tempo tra interruzioni e varie perdite di tempo, lo stesso arbitro ha dichiarato che ci sarebbero stati almeno sei minuti di recupero.  La partita viene fischiata dal direttore di gara al 43° minuto, per cui non possiamo dirvi con certezza se il risultato esatto sia di 2-0 per il Petilia o se in seguito interverranno decisioni degli organi competenti a modificare od omologare il risultato. Riflettano la S.S.Casabona e gli organi competenti sull’ennesimo arbitraggio infausto occorso in una gara del Casabona, che dietro il fantastico e fantasioso gioco del calcio, delle tattiche e dei  giocatori, c’è una società che investe tempo e soldi! Questo è quanto.

Nessun commento:

Posta un commento